Finalizamos en este capítulo la escena sexta del Acto II e iniciamos el Acto III y último de la ópera de Gluck.
La parte final de la escena sexta del Acto III es la despedida de Alcestis, cargada de emotividad, de sus dos hijos, Aspasia y Eumelo.
ALCESTE
Amati pegni del pudico amor mio,
teneri figli, abbracciate la madre!
Ah, forse questi i nostri
sono ultimi baci!
Invano mi lusingai d’esser felice
un giorno nel vedervi felici!
Arder le tede io non vedrò,
né vostri lieti imenei:
non udirò la Grecia vantar
le vostre glorie e le vostre virtù.
Che crudel sorte per una madre!
Il sen m’inonda il pianto,
l’impeto de’ sospiri
mi soffoga gli accenti,
ed all’aspetto di sì fiero destin,
di tanti affanni, timorosa, smarrita,
par che l’anima mia fugga la vita.
EUMELO
Ah, mia diletta madre!
Oh Dio, mi baci e piangi!
E vuoi lasciarmi
e parli di morir.
ASPASIA
Ah, madre amata!
Oh Dio, m’abbracci,
cara madre, e sospiri!
E abbandonarmi vuoi.
EUMELO, ASPASIA
Miseri noi!
ALCESTE
Figli, diletti figli! Oh Dio!
Purtroppo ho da morire.
Invano v’affollate al mio seno
e mi stringete colle braccia amorose.
Oh come presto
questi nodi soavi sciolti saran!
Quella pietà, quel pianto
più giovarmi non può…
Venite, andiamo al genitore:
a lui vi fidi, a lui
la moribonda madre vi raccomandi
almen…
Ma… qual m’assale
nuovo atroce pensier
che in ogni vena un ribrezzo mortale
scorrer mi fa!
Piangete, ah sì,
piangete, innocenti fanciulli!
Io v’abbandono con incerte speranze
ad un amor ch’esser potrebbe spento
col volger degli anni…
eccovi servi a una madre –
ah, qual madre! – madre solo di nome.
Eccovi esposti all’invidia, a’ sospetti,
agli odi, a tanti di regno, e gelosia
ciechi consigli.
Non avete più madre,
amati figli!
Ah, per questo già stanco mio core
sono, oh cari bambini amorosi,
tanti dardi que’ languidi sguardi
che girate sì teneri a me!
Già vi sento turbarmi i riposi
quando afflitti, smarriti, dolenti,
voi direte; «Ah la madre dov’è,
ah la madre, ah la madre morì».
È il più fiero di tutti i tormenti,
lo staccarsi da’ dolci suoi figli,
e lasciarli fra tanti perigli,
e lasciarli nel pianto così.
TUTTI
Oh, come rapida nel suo bel fiore
la vita amabile per te fuggi! ecc.
ALCESTIS
¡Amadas prendas de mi púdico amor,
tiernos hijos, abrazad a vuestra madre!
¡Ah, quizás estos sean
nuestros últimos besos!
¡En vano me ilusioné con ser feliz yo,
al veros felices a vosotros un día!
No podré presenciar la alegría
de vuestras futuras bodas:
no oiré a Grecia ensalzar vuestras glorias
y vuestras virtudes.
¡Qué destino tan cruel para una madre!
El llanto inunda mi pecho,
la fuerza de mis suspiros
ahoga mis palabras,
y a la espera de tan feroz destino,
por tantas angustias, temerosa, extraviada,
parece que de mi alma huye la vida.
EUMELO
¡Ah, madre querida!
¡Oh dioses, me besas y lloras!
Y quieres dejarme
y hablas de morir.
ASPASIA
¡Ay, madre amada!
¡Oh dioses, me abrazas,
querida madre, y suspiras!
Y abandonarme quieres.
EUMELO, ASPASIA
¡Pobres de nosotros!
ALCESTIS
¡Hijos, queridos hijos! ¡Oh, dioses!
Desdichadamente tengo que morir.
En vano os apretáis contra mi seno
y me estrecháis con amorosos brazos.
¡Ay, cuán pronto estos dulces lazos
serán desatados!
Esta piedad y este llanto
no pueden ayudarme…
Venid, vamos con vuestro padre:
a él os confío, a él la moribunda madre
os encomienda
al menos…
Pero… ¿qué nuevo y atroz
pensamiento me asalta
y hace correr por mis venas
un terror mortal?
¡Llorad, ay sí,
llorad, inocentes niños!
Yo os abandono con inciertas esperanzas
a un amor que podría apagarse
con el correr de los años…
Quizás vosotros con otra madre…
¡ah, qué madre!… madre sólo de nombre.
Estaréis expuestos a la envidia,
a las sospechas, a los odios de los poderosos
y a los celos ciegos de sus consejeros.
¡Ya no tenéis una madre,
queridos hijos!
¡Ah, mi cansado corazón recibe,
oh queridos niños amorosos,
los dardos que vuestras lánguidas miradas
descargan tiernamente sobre mí!
Ya siento como turbaréis mi reposo
cuando afligidos, extraviados y doloridos digáis:
«¡Ay, madre! ¿Dónde estás?
¡Ay, mi madre, ya murió!»
Sufro el más feroz de todos los tormentos:
el apartarse de los amados hijos,
y dejarlos envueltos en llanto
entre tantos peligros.
TODOS
¡Ay, qué rápido huye la amable
vida de su hermosa flor! etcétera.
Acto III
Escena I
Admeto nos informa de que la promesa de Alcestis no puede cambiarse, y ni tan siquiera él puede volver de nuevo a morir.
ATTO III
Scena Prima
(Vestibulo magnifico del palazzo)
ADMETO
Ah mio fido!
EVANDRO
Ah mio re!
ADMETO
D’Alceste il voto rivocarsi non può.
EVANDRO
Non puoi tu stesso morir per lei.
ADMETO
Non lo consente il cielo.
EVANDRO
È muto il Nume.
O sorti per noi troppo funeste.
ADMETO
Alceste ha da morir!
EVANDRO
Perdiamo Alceste!
ADMETO
Misero! E che farò!
E come, e come e con qual cor
i figli abbraccerò;
che in tanto suo rigor
mi serba in vita ancor
la barbara pietà del ciel tiranno!
Misero! E con qual cor
io li consolerò,
che mai risponderò
quando, bagnati in lagrime,
la madre al genitor
rammenteranno!
La madre – ah, che dolor! –
mi chiederanno.
ACTO III
Escena Prima
(Magnifico vestíbulo del palacio)
ADMETO
¡Ah, mi fiel vasallo!
EVANDRO
¡Ah, mi rey!
ADMETO
La promesa de Alcestis no puede revocarse.
EVANDRO
¿No puedes tú mismo morir por ella?
ADMETO
No lo permite el cielo.
EVANDRO
El dios permanece callado.
¡Oh, qué destino tan funesto el nuestro!
ADMETO
¡Alcestis tiene que morir!
EVANDRO
¡Perdemos a Alcestis!
ADMETO
¡Pobre de mí!… ¿Qué hacer?
¿Cómo, y con qué corazón
abrazaré a mis hijos?
Tanto más, todavía, de su rigor,
me reserva, en esta vida,
la cruel piedad del cielo tirano.
¡Pobre de mí!
¿Con qué valor los consolaré?
¿Qué responderé cuando,
bañados en lágrimas,
me pregunten
por su madre?
Por su madre ¡ay, qué dolor!
me preguntarán.
Escena II
Alcestis está a punto de ser arrebatada por los dioses infernales. Los hijos serán el consuelo de Admeto. De pronto se oye el terrible sonido del infierno; Admeto intenta en vano volver a ser la víctima. Alcestis es arrebatada y Admeto se desmaya.
Scena Seconda
(Alceste sostenuta da Ismene, Eumelo, Aspasia, seguito da Donzelle, indi Numi infernali)
ALCESTE
Sposo, Admeto, idol mio!
Ecco il momento che da te mi divide
e che le nostre amabili catene
scioglie per sempre.
Intorno a me sdegnosa
gira l’ombra di morte
che il ferro stringe, alza la destra,
e accenna a vibrare il fatal colpo.
In breve Alceste, gelida spoglia
In freddo marmo ascosa
Non sarà più madre, regina e sposa.
Vieni dunque, e ricevi
questi che a te confida, pegni diletti,
e prendi l’ultimo addio.
ADMETO
L’ultimo!
ALCESTE
Ah!… sì.
ADMETO
Mi sento da una piena d’affanni
Sconvolto il core!
ALCESTE
Aspasia, Eumelo,
oh care parti di questo seno!
Pensate a me, venite
sovente alla mia tomba,
ornatela di fiori.
(fra sé)
Ombra amorosa vi girerò d’intorno.
(in alta voce)
E della vostra povera madre
il memorabil voto, la fedeltà, l’amore
rammentate talvolta al genitore.
Cari figli, ah! Non piangete;
tutto il suo tenero affetto
vi promette il genitor.
ADMETO
Cari figli ah voi sarete
il conforto ed il diletto
soli voi di questo cor.
ALCESTE
Ti consola, oh sposo amato!
ADMETO
Troppo è barbaro il mio fato!
ALCESTE, ADMETO
Ah mio bene! In tal momento
Sol m’affanna il tuo dolor!
ADMETO
Che acerbo tormento
che strazio, che morte
la dolce consorte vedersi rapir.
L’esempio son io di quanto si possa
da un misero, oh Dio!
Vivendo soffrir.
Numi, amici, ah chi m’aiuta!
ALCESTE
Sposo, figli, ah mentre è in vita
Abbracciate Alceste ancor.
ADMETO, ISMENE, EVANDRO
Ma qual suono di voci tremende,
qual caligine involta di tenebre
ci sorprende, ci copre d’orror!
ADMETO
Quant’ombre di terribile aspetto!
Che avverrà! oh sposa!
EVANDRO
Quante larve di sembianza
feroce e minacciosa!
ISMENE
Che vorranno!
EUMELO, ASPASIA
Ah madre!
NUMI INFERNALI
Vieni Alceste, il tuo voto rammenta:
mai la Parca sospese sì lenta
il severo suo fiero rigor.
ALCESTE
Ahimè! Chi mi riscuote!
Chi mi scioglie
da quella stupidezza di sensi
in cui languivo priva d’ogni dolor
tranquilla e muta.
Qual gente mi circonda!
Ah, son perduta!
NUMI INFERNALI
Perché ti trattieni!
Sei vittima a Dite.
ADMETO
Fermatevi: udite, saziatevi, oh dei,
e seco rapite un sposo amoroso,
che senza di lei, no più non vivrà.
NUMI INFERNALI
Non è più permesso,
non v’è più pietà.
ADMETO
Ma almeno un istante…
ALCESTE
Ma ancora un amplesso…
NUMI INFERNALI
Non è più permesso,
non v’è più pietà.
UN NUME
Vieni!
ADMETO
Ah barbari!
NUME
Affrena, temerario mortale,
lo sconsigliato ardir che ti trasporta.
ALCESTE
Figli addio,
sposo addio!
ADMETO
Moro.
ALCESTE
Son morta.
(Alceste è portata via dai Numi infernali. Admeto cade tramortito ed è condotto dentro)
La traducción en el próximo capitulo.
Deja una respuesta